“…Nec vero omnes quae sint calidae medicatas esse credendum,
sicut in Segesta Siciliae.”
Siamo ai Bagni Liberi di Segesta, un’altra incredibile location Siciliana in cui ci si può letteralmente “immergere” nella natura e godere di tutte le incredibili sensazioni che solo un bagno termale può regalare…
Ci troviamo in località “Ponte Bagni” (accanto allo stabilimento termale “Terme Segestane”), in un’area naturale compresa tra il monte Inici e la città di Alcamo.
Esplorare il Fiume e le Terme…
La discesa alla gola e all’attigua vasca termale avviene tramite una stradina in discesa che ci porta a pochi metri dal fiume. Lasciata l’auto si deve subito attraversare il fiume a piedi, stando attenti a non “sciddicare” sul fango, per ritrovarsi sull’altra sponda e giungere al suggestivo laghetto termale artificiale.
Adesso ci si può fermare ed immergere nel fantastico laghetto termale, rilassandosi e lasciandosi “curare” da fangoterapie faidate, dalle alte temperature dell’acqua e dalla sua composizione chimica dalle tanto benefiche proprietà.
Altrimenti si può passare oltre, seguendo il sentierino che riscende al fiume, e risalire all’interno del canyon in cerca dei piccoli laghetti naturali vicini alle polle, un po’ più isolati rispetto alla prima vasca (spesso piena di gente), dove ci si può immergere facendosi massaggiare dalla calda corrente del fiume…
Il Paesaggio
Il luogo richiama alla mente la vicina forra di Segesta dato che si passa in pochi metri da rive pianeggianti, su cui crescono tamerici e canne palustri, ad un piccolo profondo canyon, scavato nei secoli dal fiume, con alte pareti di roccia bianca striata di rosa e depositi di travertino.
Alcuni di questi blocchi rocciosi, caduti nell’alveo del torrente nel corso dei secoli, formano ogni tanto piccole e suggestive cascate.
La risalita del fiume, semplice ma molto suggestiva, si po’ effettuare sia camminando in acqua, sia seguendo il sentiero che corre lungo la riva destra.
Miti e Leggende
Diversi sono i riferimenti mitologici a queste fonti.
- Diodoro Siculo descrive nella sua “Bibliotecla” il viaggio di Eracle (Ercole per i Romani) che attraversa la costa settentrionale della Sicilia da Pilora ad Erice e incontra le ninfe Egestee le quali, per rinfrancarlo dalle sue fatiche, fanno sgorgare le fonti calde di Egesta (o Segesta).
- Lo stesso fiume Caldo si può identificare con Krimisòs (Crimiso), divinità fluviale che è raffigurata nei tetradrammi rinvenuti nell’area archeologica, che sposò la ninfa Egesta in fuga dalla distrutta città di Toria, e per la quale innalzò la temperatura e la corrente delle acque così da regalarle ristoro e conforto!
Descrizione e Geologia
Lungo la sponda destra si osservano alte pareti verticali costituite da “scaglia” con una stratificazione molto fitta e sottile e che presenta colorazioni dal bianco avorio a diverse tinte di rosa.
Sulla sponda opposta, invece, affiora un deposito di travertini di Alcamo, risalenti al Pleistocene superiore, del tutto simili a quelli che formano l’altopiano su cui poggia l’omonimo comune. Si tratta di calcari che si formano quando le acque calde, giungendo in superficie, perdono i gas, ed il carbonato di calcio in esse disciolto si deposita inglobando tutti quei detriti vegetali o anche animali che sono presenti sul terreno. Questi detriti, in seguito, vengono decomposti così che all’interno della roccia rimangono numerose e caratteristiche cavità.
La differenza geologica di queste due rocce, ha permesso al fiume di realizzare un tipico caso di erosione differenziale: sulla scaglia le acque hanno intagliato delle pareti quasi verticali, mentre sui travertini si sono formate delle caratteristiche nicchie (chiamati tafoni o conchi) che si sviluppano verso l’alto e verso l’interno della roccia.
La presenza di rocce permeabili e di un sistema di faglie relativamente profonde consente alle acque meteoriche di infiltrarsi in profondità, riscaldarsi dopo aver raggiunto zone magmatiche con altissime temperature, e poi risalire in superficie e riversarsi nuovamente nel Fiume Caldo, sgorgando da sei piccole Polle (sorgenti) sparse lungo il suo corso con temperature di circa 44/47 gradi.
Storia e Curiosità
Oltre alla mitologia numerose sono le testimonianze storiche che ci attestano l’importanza di queste sorgenti nell’antichità.
Diodoro Siculo parla delle calde acque segestane (Strabone dei caldi lavacri egestei) nel VI° libro della sua Geografia, mentre Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia XXI,61, accenna alle loro virtù terapeutiche: “Nec vero omnes quae sint calidae medicatas esse credendum, sicut in Segesta Siciliae”.
Anche gli arabi le apprezzarono a tal punto da erigere nei loro pressi il Calatha-met, il Castello dei bagni.
Le fonti in questione, note fin dall’antichità, sono menzionate anche dal viaggiatore arabo Edrisi nel suo “Libro di Ruggiero”, resoconto del viaggio compiuto in Sicilia intorno al 1140.
Nel 1833 e nel 1862 le terme furono oggetto di studio da parte di Giuseppe Lombardo-Giacalone e Giacomo Adragna-Fiorentino.
Nella statistica delle acque minerali del Regno d’Italia pubblicata nel 1869 troviamo elencate ben sei fonti: Bagno di Calamet, Bagno della regina, Bagno delle femmine, Fontana di P. Girolamo, Gorgo caldo e Sorgente nuova.
Le Acque Termali
Dal punto di vista chimico le acque sono classificate come cloro-solfato-alcalino-terrose;
le quantità quasi equivalenti di calcio e solfato ed i relativi studi geochimici provano che il loro contenuto sulfureo deriva dallo scioglimento della serie (insieme di strati rocciosi paralleli) gessoso-solfifera presente nel sottosuolo ed affiorante nei dintorni di Vita e Calatafimi, che tali acque attraversano durante la loro risalita.
Le acque rientrano tra le acque ipertermali sulfuree radioattive altamente mineralizzate e sono utilizzabili quindi per bagni a scopo terapeutico ed i fanghi sono indicati per la cura di reumatismi, artriti, artrosi, sciatica, uricemia, affezioni allergiche, esiti di fratture ossee, gotta e malattie della pelle..
L’Altra Sorgente
A circa un chilometro verso est, vicino alla stazione ferroviaria di Alcamo, un altro punto di affioramento è quello delle Terme Gorga con due polle a temperature intorno a 49°C ed una portata complessiva di 80 litri al secondo.