“Udir mi parve un mormorar di fiume che scende chiaro giu di pietra in pietra mostrando l’ubertá del suo cacume.”
Dante Alighieri, Paradiso XX 19-21
É risaputo che per Dante la lingua siciliana fú riconosciuta come “lingua nobile”, a quanto pare peró, anche i luoghi idilliaci, casti ed incantevoli del territorio siciliano, colpirono i suoi occhi ed il suo cuore poetico.
Intorno alla zona dei “Monti Nebrodi” caratterizzata da imponenti affioramenti rocciosi che richiamano a ripidi e spettacolari versanti di pareti, e gole solcate da freschi corsi d’acqua, nasce, dal torrente di San Basilio e da ulteriori vicende geologiche, un salto d’acqua a strapiombo di oltre 30 metri chiamato, appunto, Cascata di Catafurco.
La cascata é raggiungibile da un piccolo sentiero che passa attraverso villaggi di pastori tipici dell’aria rurale, formati da singolari abitazioni chiamate anche “Pagghiari” a causa dell’utilizzo di paglia per dar forma ai tetti di ognuna di essa.
Il Villaggio Molina è il più caratteristico di questi e ospita il maggior numero di Pagghiari.
Continuando lungo il percorso, facile e piacevole, é possibile ammirare diversi scorci di pietra che sembrano essere rimasti immutati nel corso del tempo, ed anche un abbeveratoio con acqua fresca e potabile.
Infine, superata un’area attrezzata e arrivati al traguardo, ci si trova davanti alla “Marmitta dei Giganti“, “…ove le acque limpide in turbine riposano” (secondo il racconto Dantesco), una spettacolare cavità generata dall’erosione dovuta ai sassi portati dalla corrente, che nel loro giro vorticoso scavano la roccia formando delle conche circolari e dei piccoli e profondi laghetti, e che obbliga il torrente a scorrere chiuso tra le rocce.
Il mito greco parla della “Marmitta dei Giganti” come “l’orecchio di Dionisio”. I due luoghi, infatti, sono legati dalla forma molto simile della Cascata del Catafurco con quella della Grotta dei Cordari, poco lontano dal Teatro greco di Siracusa.
Ancora pochi metri, addentrandoci nella “Marmitta” e giungiamo infine al piccolo laghetto col fantastico salto d’acqua del Torrente San Basilio.
L’acqua è presente praticamente tutto l’anno, tranne che nei periodi estivi più caldi, e specialmente in primavera inoltrata è possibile fare il bagno nei laghetti e sotto la cascata dall’acqua gelata!
Tutta la passeggiata lungo la valle del Torrente San Basilio, offre numerosi spunti naturalistici, viste e panorami mozzafiato e sono inoltre interessanti da osservare le ripide pareti a strapiombo, che costituiscono dei veri e propri nidi, nelle cui cavità naturali, vivono anche alcuni rapaci.
INDICAZIONI e INFO
La Cascata Del Catafurco e la valle del Torrente San Basilio sono all’interno del Parco dei Nebrodi, a pochi chilometri da Borgo San Basilio, nel comune di Galati Mamertino.
Il Sentiero:
Il sentiero per la cascata parte poco fuori dal Borgo San Basilio ed è lungo circa 7 chilometri (andata e ritorno).
Il sentiero sterrato è di facile percorrenza e ben segnalato dall’inizio fino all’accesso all’area attrezzata poco prima della cascata.
Mappa con Percorsi e Luoghi principali:
Arrivare in Auto:
Per raggiungere la nostra destinazione si deve percorrere l’autostrada A20 Messina-Palermo e uscire a Sant’Agata di Militello.
Dopo di che seguire la SS. 113, direzione Messina, e poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Alcara Li Fusi, poi verso Portella Gazzana, ed infine a destra per Borgo San Basilio.
Si segue la strada che esce dal borgo per ancora un centinaio di metri e possiamo lasciare l’auto per cominciare la nostra passeggiata!