“Se de la Balia Cerere le poppe – Non ho posto in oblio, quest’onde intatte
– Han non so che di quel divin latte”
Siamo nel centro storico di Palermo, in piazza Pretoria, conosciuta ed ammirata per l’omonima splendida “Fontana Pretoria”, che domina con le sue statue, i suoi preziosi marmi e i suoi zampilli d’acqua la piazza intera.
La curiosità principale di questo monumento è che i palermitani, gia all’epoca della costruzione della fontana, hanno voluto ribattezzare la fontana (e conseguentemente anche la piazza) chiamandola “Fontana della Vergogna”!
E sono tante, infatti, le “vergogne” racchiuse nei miti e nelle statue della Fontana..
A partire dalla spiegazione del reale significato di “statue della vergogna”, non certo dovuta alla sola nudità dei corpi, come pensano generalmente i palermitani e come spiegano erroneamente i vari siti internet sul tema.
La vergognà più profonda era dettata, invece, dall’ingente cifra corrisposta per l’acquisto della fontana, ventimila scudi (ottomila onze), profondamente confliggente con il momento storico di miseria, epidemie e carestia e che faceva urlare il popolo contro il Senato palermitano al grido di “Vergogna Vergogna”!
La “vergognosa” nudità delle statue ha comunque fomentato altri miti fra cui quello che narra che furono addirittura delle suore di clausura del vicino convento a procurare danneggiamenti alle statue privandole degli organi genitali considerati sconvenienti.
La Regina Giovanna d’Angiò… Stanca si, ma sazia mai.
Tra i vari racconti “vergognosi” tramandati dai palermitani, c’é anche quello, decisamente curioso, che racconta la storia della Regina Giovanna d’Angiò, mangiatrice d’uomini e alla fine… del cavallo.
La statua della fontana raffigurante una donna abbandonata voluttuosamente adiacente ad un cavallo ha alimentato per secoli la leggenda della dissolutezza della Regina, e il fatto che “Cavalli” fosse anche il nome di un famoso architetto di corte, ha contribuito a fomentare la fantasia denigratoria del popolino generando storie estremamente fantasiose come questa.
Ecco il racconto in dialetto Siciliano e in Italiano:
Stanca si. ma sazia mai.
Caru cumpari Vanni, voli riri lu titulu ri sta storia, ca’ si rici quannu nun si prova suddisfazioni ‘nti na certa cosa.
Pirchì chisti furunu l’urtimi paroli ritti ra Rigina Giuanna d’Angiò ro Regnu re rui Sicilii.Giuanna pigghiata ri na vuluntà senza fini ri lussuria, doppu ca’ avia pruvatu cintnara e cintinara ri sudditi picciotti si misi ‘ntesta ri pruvari ‘ncavaddu ri munta o stadduni.orgogliu e vantu re riali scudirii ro Regnu.
Però caru cumpari ra frasi: stanca si ma sazia mai, ni fa capiri ca dopu l’espirienza bistiali pruvata co’ cavaddu nun ci resi suddisfazioni. Ata sapiri ca’ lu rapportu ippo-riali è ‘mmurtalatu ‘nti la fantasiusa funtana ri Ciazza Pritoria ri Palermu.
‘Nto menzu ri diversi fiuri si viri a Rigina Giuvanna co’ cavaddu ca lassunu chi pinzari. Eccu, picchi ‘a li fimmini ri na certa qualità, quannu si ni mangiassunu ri ommini!
I ciamunu e ci ricunu:chissa assimigghis s Rigins Giuanna.
Cumpari menumali ca’ li nosci fimmini nun ci’assimigghianu, se nò aniautri comu n’avissa finutu!?
Stanca si, ma sazia mai.
Caro compare Giovanni, vuol dire il titolo di questa storia, che si dice quando non si prova sodisfazione in una certa cosa.
Perché queste furono le ultime parole dette dalla Regina Giovanna d’Angiò del Regno delle due Sicilie. Giovanna presa da una frenetica lussuria, dopo aver provato una falange di giovani sudditi le venne l’idea di provare uno stallone, orgoglio e vanto delle reali scuderie del Regno.
Però caro compare della frase: stanca si ma sazia mai, ci fa capire che dopo l’amplesso bestiale provato con il cavallo non gli diede soddisfazione. Dovete sapere che l’amplesso ippo-regale è immortalato nella fantastica fontana di Piazza Pretoria a Palermo.
Nel mezzo di diverse figure si vede la Regina Giovanna con il cavallo che lasciano da pensare. Ecco, perchè alle donne di una certa risma,quando si divorerebbero nell’amplesso molti uomini. Li chiamano e gli dicono: quella rassomiglia alla Regina Giovanna.
Compare meno male che le nostre donne non gli assomigliano, altrimenti a noi chissà come ci finisce!?
Ecco le foto, in bianco e nero, scattate nel periodo natalizio approfittando della particolarissima illuminazione realizzata per le feste natalizie…
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FONTE TESTI: I Luoghi della Sorgente – Dialettando.com